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Quale aiuto?
Scegliere uno psicologo o uno psicoterapeuta?closeCHI SCEGLIERE E QUALI SONO LE POSSIBILITA'?
Non tutti quelli che fanno un lavoro che inizia con "psico-" fanno le stesse cose. Per avere le idee un po' più chiare (e per non rischiare di sprecare tempo e denaro rivolgendoci alla figura meno adatta al nostro problema), cerchiamo di fare un po' di chiarezza tra i vari "psico-mestieri".
PSICOLOGO
Lo psicologo tratta i disagi interiori fornendo un aiuto non farmacologico (colloqui di sostegno, consulenze, tecniche di rilassamento, ecc.). Non ha nessuna competenza sui farmaci, a meno che non sia anche un medico. Uno psicologo non medico non ha alcun titolo per prescrivere medicine.
Per definirsi psicologi bisogna essere iscritti all' Ordine Professionale della propria regione. Il che significa:
- essersi laureati in Psicologia o in Medicina;
- dopo la laurea, avere fatto un tirocinio pratico di almeno un anno;
- dopo il tirocinio, avere superato un esame di stato.
Da qui potete vedere che con la sola laurea in Psicologia non ci si può definire psicologi. Solo chi è iscritto all'Ordine, e nessun altro, può dirsi psicologo. Questo è un punto molto importante, perché chi si presenta come psicologo ma non è iscritto all'Ordine:
- non è in grado di garantire una preparazione professionale adeguata;
- davanti alla legge commette il reato di "esercizio abusivo della professione".
PSICOTERAPEUTA
La psicoterapia è un intervento che va più in profondità della semplice consulenza psicologica.
Ci sono moltissime scuole di psicoterapia, ognuna delle quali ha un suo orientamento teorico e tecnico: quindi non è corretto parlare di "terapia" al singolare, come se fosse un intervento sempre uguale e fatto sempre allo stesso modo. E' più giusto parlare di "psicoterapie" al plurale. Questo vuol dire che i terapeuti possono lavorare in modi anche molto differenti fra loro. Perciò è impossibile spiegare cosa succede durante una terapia perché le cose possono cambiare moltissimo in base alla scuola seguita dal terapeuta. La cosa migliore, quindi, è chiedere direttamente a lui come lavora.
Quanto alla legge, per fare gli psicoterapeuti bisogna:
- essere già psicologi,
- avere frequentato, dopo la laurea, una scuola di specializzazione riconosciuta dallo Stato, di almeno quattro anni.
Quindi chi è "soltanto" psicologo non può fare terapia e non può chiamarsi psicoterapeuta.
Per essere certi che lo psicologo a cui ci rivolgiamo sia anche terapeuta, la strada più sicura è consultare il suo Ordine professionale: deve esservi iscritto con entrambi i titoli.
PSICANALISTA (o PSICOANALISTA)
Il termine "psicanalista" era nato inizialmente per definire chi aderiva al pensiero freudiano, ma successivamente ha finito per indicare chiunque, nella sua attività, si ispira ai concetti di base della psicanalisi (freudiana o meno).
La psicoanalisi è sia una teoria sul funzionamento della mente che un modo specifico di intervento sui disagi interiori. Si associa in genere al nome di Sigmund Freud, che fu il primo a metterla a punto. Si ignora spesso, però, che da Freud in poi sono nate moltissime correnti psicoanalitiche: questo vuol dire che è un errore fare coincidere la psicoanalisi esclusivamente con Freud.
Quelle scuole di psicoterapia che si ispirano alla psicoanalisi insegnano a praticare la cosiddetta "psicoterapia psicoanalitica".
PSICHIATRA
Lo psichiatra è un laureato in Medicina che ha, dopo la laurea, ottenuto la specializzazione in Psichiatria. Essendo un medico, ha competenza per prescrivere farmaci. Questo gli permette di intervenire sui disturbi mentali dal punto di vista farmacologico.
E' un errore pensare che lo psichiatra, in quanto medico, sappia intervenire solo tramite le medicine. Dipende molto dall'approccio che egli sceglie di seguire. Accanto a specialisti che privilegiano l'uso dei farmaci si trovano altri che affrontano le malattie associando ai farmaci un intervento anche psicologico (gestito o sempre da loro o appoggiandosi ad altri professionisti). -
Come funziona?
Perché risulta efficace la Terapia Breve?closeQuando ci troviamo di fronte a una difficoltà, personale, relazionale o professionale, la prima cosa che ci viene da fare per risolverla è utilizzare la strategia che ci sembra appropriata perché ha funzionato in passato per difficoltà simili. Talvolta, però, essa non funziona come ci saremmo aspettati. E questo ci porta a intensificare i nostri sforzi in quella direzione, perché la soluzione pensata ci appare ancora la più logica, ovvia, o l’unica possibile.
Un semplice esempio è la reazione tipica che le persone hanno quando la mattina si apprestano a mettere in moto la propria macchina, e questa non parte al primo colpo. Cosa si fa di solito? Naturalmente si tenta ancora. E ancora, e ancora. E a volte si arriva a scaricare completamente la batteria. Perché? Perché prima d'ora la macchina era sempre partita al primo colpo. Quindi, tentando ancora certamente partirà.
In casi come questi è proprio lo sforzo ripetuto per risolvere il problema ad alimentarlo, ovvero: le tentate soluzioni messe in atto dal soggetto (e dalle persone a lei vicine) finiscono per determinarne la persistenza. Questi tentativi di soluzione spesso sono riconosciuti dall'interessato come non funzionali, ma nonostante ciò non si riesce a fare altrimenti. Alla lunga, si sviluppa sfiducia nella possibilità di un cambiamento della situazione problematica.
Per questo motivo l'intervento strategico si focalizza fin dall'inizio sul rompere il circolo vizioso che si è stabilito fra tentate soluzioni e persistenza del problema, lavorando sul presente piuttosto che sul passato, su come funziona il problema piuttosto che sul perché esiste, sulla ricerca delle soluzioni piuttosto che delle cause.
Il fine ultimo dell'intervento strategico diviene così il CAMBIAMENTO del punto di osservazione del soggetto dalla sua posizione originaria rigida e disfunzionale (che si esprimeva nelle tentate soluzioni) verso una prospettiva più elastica e funzionale, con maggiori possibilità di scelta.
In questo modo la persona acquisisce la capacità di fronteggiare i problemi senza rigidità, sviluppando un repertorio di diverse possibili strategie risolutive. Per giungere a quest'obiettivo nella maniera più efficace e rapida possibile, l’intervento strategico è di tipo attivo e prescrittivo e deve produrre risultati a partire già dalle prime sedute. Ove questo non avvenga, il terapeuta è comunque in grado di modificare la propria strategia terapeutica basandosi sulle risposte date dal paziente, fino a trovare quella adatta per guidarlo verso i risultati desiderati.
PRINCIPI TEORICI DI RIFERIMENTO.
La realtà che ognuno di noi percepisce, i problemi che si creano e le patologie che si formano, sono quasi sempre il frutto delle modalità con le quali ognuno di noi si rapporta alla realtà che percepisce e che poi subisce (Salvini, 1991). Secondo un approccio costruttivista infatti non esiste una “unica” e “vera” realtà, ma tante quante sono le nostre interazioni con tutto ciò che ci circonda.
L'illusione più pericolosa consiste proprio nel credere che esista soltanto la nostra percezione esclusiva del mondo, e in questa prospettiva i disturbi mentali sono il risultato di un modo “disfunzionale” di percepire e reagire a quella realtà che noi stessi, con le nostre azioni, ci siamo costruiti. Del resto se all’interno di tale processo cambiano le nostre percezioni e le nostre reazioni, “coerentemente” cambieranno anche le nostre resistenze. Lo stesso Albert Einstein grazie ai suoi importanti studi sulla fisica giunse al convincimento che: “Ciò che vediamo dipende sempre dalle teorie che utilizziamo per interpretare le nostre osservazioni”.
Pertanto, condurre ad esperire, mediante stratagemmi e raffinate forme di suggestione (nuove percezioni della realtà) arresterà quel sistema circolare che rende persistente il problema e produrrà al contempo un concreto cambiamento nella sfera comportamentale, cognitiva ed affettiva di ognuno di noi. La storia clinica del paziente diventa in questo modo un mezzo strategico per risolvere il problema analizzando "come" quel dato sistema umano abbia costruito il problema e persista nel mantenerlo e, in conseguenza, "come" determinare e applicare strategie di intervento capaci di produrre rapidi e risolutivi cambiamenti in tale sistema.
La ri-soluzione strategica in tempi brevi dei problemi individuali, di coppia e di famiglia è applicabile anche a contesti interpersonali più ampi, e non solo clinici, come quelli sociali, educativi e aziendali. Le origini della terapia strategica risalgono alla teoria della comunicazione nata in campo antropologico con Gregory Bateson, agli sviluppi costruttivisti della epistemologia cibernetica (Heinz von Foerster, Ernst von Glasersfeld) e agli studi sull'ipnosi e sulla suggestione di Milton Erickson. Si deve poi a Paul Watzlawick e al Mental Research Institute di Palo Alto l'opera di approfondimento e sistematizzazione dei principi teorico-applicativi della comunicazione nei suoi aspetti pragmatici e terapeutici.
Appare dunque lapalissiano, come, da un punto di vista strategico, nel cercare di cambiare una situazione problematica non sia strettamente necessario svelarne le cause originarie (aspetto sui cui, peraltro, non si avrebbe più alcuna possibilità di intervento), quanto piuttosto lavorare sulle modalità con cui questo si mantiene nel presente, grazie alla ridondante ripetizione delle tentate soluzioni adottate. Motivo per cui il terapeuta strategico si focalizza fin dal principio sul presente piuttosto che sul passato, su come funziona il problema, piuttosto che sul perché esista, sulla ricerca delle soluzioni piuttosto che delle cause.
L’integrazione delle componenti della comunicazione strategica con quelle della comunicazione più spontanea, quella del linguaggio del corpo e del non verbale, e pertanto meno ingannevole ai fini della comprensione del problema, arricchiscono ulteriormente il ventaglio delle possibilità di intervento della TERAPIA BREVE AD APPROCCIO STRATEGICO INTEGRATO Integrato per lo sblocco in tempi brevi della ciclicità disfunzionale su cui si erigono la maggior parte dei problemi umani. Nella comunicazione umana spesso i gesti, le espressioni del volto, i toni di voce contraddicono quanto viene affermato con le parole. Per cui, in molti casi di disagio psichico, i messaggi non verbali della persona contraddicono quelli verbali, cosa peraltro comune in un contesto nuovo e sconosciuto come il setting terapeutico, in cui è facile avvertire inizialmente la difficoltà di esprimere apertamente la propria sofferenza. Il disagio viene allora veicolato con espressioni del volto (solitamente micro-espressioni facciali (FACS)), gesti di rassegnazione o di tensione muscolare, occhi al cielo o sgranati e impauriti, toni di voce, ecc. Indicatori posturali ed emblemi gestuali possono comparire sia negli adulti che nei bambini e negli adolescenti, che se riconosciuti ed interpretati prontamente possono svelare eventi, idee, sentimenti latenti e persino bugie, omissioni o dissimulazioni(quest'ultime molto frequenti nelle terapie familiari durante l'incontro con tutti i membri della famiglia del "paziente designato"), determinanti ai fini dell'efficacia e, soprattutto, dell'efficienza dell'intervento terapeutico breve.
Di fatto, non esistendo determinate condizioni che senza eccezioni conducano a determinati effetti, l’efficacia dell’intervento strategico integrato risiede nella sua natura prevalentemente attiva e interattiva, nonché prescrittiva, che emerge sin dalla prima seduta e si focalizza sulle modalità comunicative con cui la persona porta e presenta il suo problema. E' l'irrigidirsi e il ripetersi delle modalità interattive nelle relazioni tra soggetti, o tra il soggetto e se stesso, che conduce all'insorgere di patologie, in quanto effetto di complicate interazioni e non di semplici precondizioni. Pertanto condividere e contemporaneamente guidare e condurre la persona ad abbandonare la posizione originaria rigida e disfunzionale (che si esprimeva nelle tentate soluzioni e nell’espressione delle emozioni guida) per abbracciare una prospettiva più elastica e funzionale, che consenta maggiori possibilità di scelta, è l'obiettivo in tempi brevi della TERAPIA BREVE AD APPROCCIO STRATEGICO INTEGRATO.
Un percorso terapeutico breve, che si occupa da una parte di eliminare i sintomi o i comportamenti disfunzionali per i quali la persona è venuta in terapia, dall'altra, di produrre il cambiamento delle modalità attraverso cui questa costruisce la propria realtà personale e interpersonale per viverla e non più subirla.
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Quanto tempo?
Quanti incontri occorrono in media per risolvere il problema?closeLa DURATA del percorso di TERAPIA BREVE AD APPROCCIO STRATEGICO è in media di 10/20 INCONTRI, sebbene, nella maggior parte dei casi la risoluzione del problema o la remissione della sintomatologia, avviene entro le prime 8-10 sedute.
E' bene ricordare che, in genere, la durata e la frequenza degli incontri di una psicoterapia variano molto a seconda del metodo di cura utilizzato. I tipi di psicoterapia che hanno come obiettivo l'esplorazione del profondo, ad esempio, possono richiedere un impegno di due o tre volte alla settimana per un periodo imprecisato di tempo.
La TERAPIA BREVE AD APPROCCIO STRATEGICO, invece, proprio per il suo approccio pratico ai problemi, richiede inizialmente un incontro a settimana, per poi ridurre la frequenza ad un incontro ogni due settimane, o anche meno. Questa frequenza è stata pensata per dare alla persona la possibilità e la giusta quantità di tempo per mettere in pratica le prescrizioni terapeutiche e sperimentarsi al di fuori dello studio del professionista e sul terreno più importante, la sua vita. Tale pratica serve inoltre a incoraggiare l'autonomia del paziente, a limitare il rischio che si instauri un rapporto di dipendenza con il terapeuta e ad impedire che il trattamento si prolunghi oltre il tempo necessario alla risoluzione del problema.
La DURATA e la FREQUENZA degli incontri possono aumentare o diminuire in base ad alcuni fattori:
- caratteristiche del problema;
- in base al disturbo il terapeuta può optare per una frequenza settimanale, bisettimanale o ogni tre settimane;
- stato emotivo del paziente;
- in corrispondenza di un momento particolarmente critico, il paziente può richiedere e/o il terapeuta può rendersi disponibile ad un incontro aggiuntivo una tantum.
FASI DEL TRATTAMENTO.
Via via che vengono raggiunti gli obiettivi e il paziente dimostra di aver acquisito tutte quelle capacità che gli consentono di vivere bene anche senza il sostegno del terapeuta, gli incontri si diradano e cominciano a svolgere solo una funzione di monitoraggio e consolidamento dei risultati, per poi cessare del tutto. -
Quali problemi?
Quali sono i motivi per cui iniziare una Terapia Breve?closeLa TERAPIA BREVE AD APPROCCIO STRATEGICO è un metodo per la risoluzione dei problemi umani in tempi brevi, che ha dimostrato la sua efficacia in una grande varietà di ambiti, anche non clinici: personali, di coppia, familiari, sociali e lavorativi.
Per quanto riguarda la presenza di sintomi o disturbi già strutturati, l'Approccio Strategico è particolarmente indicato nel trattamento di:
- Disturbi d'ansia, attacchi di panico e fobie.
- Depressione e disturbi affettivi e dell’umore.
- Ossessioni (pensiero ricorrente e intrusivo che genera ansia).
- Compulsioni (rituale che la persona si sente costretta a compiere per sedare l'ansia o prevenire un presunto danno).
- Anoressia, bulimia e disturbi dell’alimentazione.
- Dipendenze da alcool, da sostanze, da internet, da gioco d’azzardo patologico e da shopping compulsivo.
- Problemi relazionali, di coppia e conflittualità famigliari.
- Ritiro sociale, relazioni caotiche e instabili.
Pertanto laTERAPIA BREVE AD APPROCCIO STRATEGICO è un approccio alla soluzione dei problemi psicologici, fondato su un impianto teorico e prassi applicative in costante evoluzione, che produce un cambiamento radicale e duraturo in qualunque ambito della propria vita privata o professionale, personale o sociale, sempre ed esclusivamente in tempi brevi.
Si tratta di un intervento breve, con un numero contenuto di sedute, che agisce a due livelli:
- elimina i comportamenti disfunzionali per i quali la persona ha cercato aiuto ed assistenza;
- produce un cambiamento costante nelle modalità attraverso cui la persona percepisce e costruisce la propria realtà, per affrontare attivamente gli eventi e non subirli più in modo passivo.
Un intervento può o non può essere esclusivamente superficiale o sintomatico in base a ciò che produce ed ottiene, non a ciò che semplicemente fa. Agire sui sintomi non significa necessariamente trattamento sintomatico. D'altra parte, andare alla ricerca delle "cause" di un certo disturbo non implica di per sé una maggior profondità o efficacia d'intervento. Spesso, anzi, è del tutto inutile. -
Perché prenotare?
Quali sono i reali vantaggi di prenotare
un incontro gratuito di Terapia Breve?closeGeneralmente, a conclusione di una TERAPIA BREVE AD APPROCCIO STRATEGICO non ci sono "ricadute" né il sintomo si sposta in altri settori della vita. Questo perché il trattamento non ha come unico risultato l'eliminazione del sintomo (per quanto questo rappresenta certamente un aspetto imprescindibile di una terapia riuscita), ma lo sviluppo, da parte del paziente, di nuove capacità per interagire con se stesso, con gli altri e con il mondo, che gli permettono in seguito di gestire problemi e criticità con maggiore flessibilità e successo.
Come ha detto molto meglio e prima di qualsiasi scienziato Marcel Proust "Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere occhi nuovi".
La psicoterapia altro non è che un modo per dotarsi di strumenti di lettura della realtà sufficientemente flessibili e differenziati da poter filtrare, comprendere e gestire in modo funzionale e creativo terre note e sconosciute, in modo da poter agire liberi da blocchi emotivi.
Appreso il metodo per gestire una realtà complessa, le singole situazioni, ancorché critiche, diventano affrontabili e molto più facilmente superabili.
PERCHE' dunque continuare a stare male ed allungare i tempi della sofferenza, invece di intervenire in modo efficace e definitivo sul problema. Oggi è possibile sentirsi meglio in tempi brevi, grazie all'aiuto di professionisti esperti, che da anni si avvalgono di una metodologia terapeutica evoluta, molto rigorosa e concreta, in grado di ripristinare il naturale equilibrio tra la mente, il corpo e il mondo circostante, in pochi incontri di terapia.
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Dove andare?
Dov'è si svolgono gli incontri di Psicoterapia?close
Il CFS CENTRO DI CLINICA E FORMAZIONE STRATEGICA di Roma sorge nel cuore della capitale, in zona Prati, in via Carlo Mirabello n° 18, e resta facile da raggiungere sia per chi è solito muoversi con i propri mezzi , sia per chi preferisce utilizzare i mezzi pubblici come la metropolitana (Metro A Ottaviano), o ancor di più per chi proviene da altre regioni e città italiane.
Gli specialisti del centro visitano dal lunedì al sabato in base ad un ordine preciso di prenotazioni che è possibile effettuare sia telefonicamente sia mediante l'apposito modulo presente in questo sito.
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Centro CFS Roma.
Centro di Clinica e Formazione Strategica.closeIl CENTRO DI CLINICA E FORMAZIONE STRATEGICA CFS di Roma nasce dall'idea e dalla lunga esperienza multidisciplinare di professionisti medici, psicologi, psicoterapeuti e sociologi, nell'ambito dell'attività clinica e di formazione ad approccio strategico, maturata nel quotidiano rapporto diretto con i disagi psicologici e la malattia mentale da un lato e le dinamiche organizzative conflittuali all'interno di strutture pubbliche e private dall'altro.
Il lavoro in equipe, frutto di una costante integrazione di competenze professionali e capacità individuali differenti e complementari, ha consentito lo sviluppo di un modello evoluto d'intervento terapeutico che, grazie all'ausilio di efficaci tecniche e manovre strategiche, consente di sbloccare e risolvere in tempi brevi complicati problemi umani di natura psicologica.
Il MODELLO STRATEGICO INTEGRATO utilizzato nel Centro CFS di Roma si può applicare a qualunque tipologia di problema e ad ambiti decisamente diversi tra di loro, come quello clinico e quello della formazione. Lo sviluppo di tecniche sempre più evolute e specifiche e un modello di comunicazione pragmatico, valido e rigoroso, consentono di perseguire un cambiamento non più come costrutto astratto, qualcosa di vago e casuale a cui attribuire comunque effetti positivi, quanto piuttosto un cambiamento strategico: ovvero, il raggiungimento degli scopi prefissati nella maniera più efficace ed efficiente.
Nel CFS CENTRO DI CLINICA E FORMAZIONE STRATEGICA di Roma i professionisti formati secondo il modello di Terapia Breve ad Approccio Strategico Integrato operano in team per fornire servizi di consulenza psicologica, psicoterapie individuali e di gruppo, di coppia e familiari, percorsi personalizzati di counseling, coaching e crescita professionale. Il fiore all’occhiello resta sicuramente l’attività di consulenza gratuita per i più diffusi disturbi clinici, come ansia e attacchi di panico, fobie e disturbi ossessivi, disturbi alimentari e del tono dell’umore (comprese le varie forme di depressione), dipendenze da alcool, da sostanze stupefacenti e da gioco d’azzardo patologico.
Il CFS CENTRO DI CLINICA E FORMAZIONE STRATEGICA di Roma sorge nel cuore della capitale, in zona Prati, in via Carlo Mirabello n° 18, e resta facile da raggiungere sia per chi è solito muoversi con i propri mezzi , sia per chi preferisce utilizzare i mezzi pubblici come la metropolitana (Metro A Ottaviano), o ancor di più per chi proviene da altre regioni e città italiane.
Gli specialisti del centro visitano dal lunedì al sabato in base ad un ordine preciso di prenotazioni che è possibile effettuare sia telefonicamente sia mediante l'apposito modulo presente in questo sito. -
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Il modo migliore per sentirsi meglio in tempi brevi.
"Follia è fare la stessa cosa ed aspettarsi risultati diversi."closeDa oggi è possibile prenotare un incontro di CONSULENZA GRATUITA per chiarire e mettere a fuoco le dinamiche del proprio problema e, di conseguenza, individuarne le soluzioni più efficaci in tempi brevi.
Avendo lo scopo di identificare da subito le caratteristiche specifiche del disagio che la persona vive e di stabilire eventualmente un percorso d'intervento specifico finalizzato alla remissione dei sintomi in tempi brevi, il servizio di consulenza è completamento gratuito.
Per prenotare un incontro di CONSULENZA GRATUITA
chiama uno dei seguenti numeri:
La consulenza si svolgerà a Roma in via Carlo Mirabello n° 18,
direttamente con il dott. IVANO CINCINNATO
direttore del CFS Centro di Clinica e Formazione Strategica di Roma,
specialista in Terapia Breve ad Approccio Strategico.
Ricorda: "FOLLIA È FARE LA STESSA COSA ED ASPETTARSI RISULTATI DIVERSI!"