COME FUNZIONA LA PSICOTERAPIA BREVE A ROMA in zona PRATI
Psicologo Psicoterapeuta a Roma nel Lazio in zona Prati,
piazza Risorgimento, viale Mazzini, metro A Ottaviano
Scegliere lo psicogolo psicoterapeuta più idoneo al proprio disagio è molto importante, perché lo specialista in psicologia può risolvere i problemi più diffusi che si possono trattare efficacemente e in tempi brevi.
Quando ci troviamo di fronte a una difficoltà, personale, relazionale o professionale, la prima cosa che ci viene da fare per risolverla è utilizzare la strategia che ci sembra appropriata perché ha funzionato in passato per difficoltà simili. Talvolta, però, essa non funziona come ci saremmo aspettati. E questo ci porta a intensificare i nostri sforzi in quella direzione, perché la soluzione pensata ci appare ancora la più logica, ovvia, o l’unica possibile. Lo psicologo psicoterapeuta nel centro di Roma in zona prati aiuta ad arrivare in tempi brevi alla soluzione del problema.
Un semplice esempio è la reazione tipica che le persone hanno quando la mattina si apprestano a mettere in moto la propria macchina, e questa non parte al primo colpo. Cosa si fa di solito? Naturalmente si tenta ancora. E ancora, e ancora. E a volte si arriva a scaricare completamente la batteria. Perché? Perché prima d'ora la macchina era sempre partita al primo colpo. Quindi, tentando ancora certamente partirà.
In casi come questi è proprio lo sforzo ripetuto per risolvere il problema ad alimentarlo, ovvero: le tentate soluzioni messe in atto dal soggetto (e dalle persone a lei vicine) finiscono per determinarne la persistenza. Questi tentativi di soluzione spesso sono riconosciuti dall'interessato come non funzionali, ma nonostante ciò non si riesce a fare altrimenti. Alla lunga, si sviluppa sfiducia nella possibilità di un cambiamento della situazione problematica.
Per questo motivo l'intervento strategico si focalizza fin dall'inizio sul rompere il circolo vizioso che si è stabilito fra tentate soluzioni e persistenza del problema, lavorando sul presente piuttosto che sul passato, su come funziona il problema piuttosto che sul perché esiste, sulla ricerca delle soluzioni piuttosto che delle cause.
Il fine ultimo dell'intervento strategico diviene così il CAMBIAMENTO del punto di osservazione del soggetto dalla sua posizione originaria rigida e disfunzionale (che si esprimeva nelle tentate soluzioni) verso una prospettiva più elastica e funzionale, con maggiori possibilità di scelta.
In questo modo la persona acquisisce la capacità di fronteggiare i problemi senza rigidità, sviluppando un repertorio di diverse possibili strategie risolutive. Per giungere a quest'obiettivo nella maniera più efficace e rapida possibile, l’intervento strategico è di tipo attivo e prescrittivo e deve produrre risultati a partire già dalle prime sedute. Ove questo non avvenga, il terapeuta è comunque in grado di modificare la propria strategia terapeutica basandosi sulle risposte date dal paziente, fino a trovare quella adatta per guidarlo verso i risultati desiderati.
PRINCIPI TEORICI DI RIFERIMENTO.
La realtà che ognuno di noi percepisce, i problemi che si creano e le patologie che si formano, sono quasi sempre il frutto delle modalità con le quali ognuno di noi si rapporta alla realtà che percepisce e che poi subisce (Salvini, 1991). Secondo un approccio costruttivista infatti non esiste una “unica” e “vera” realtà, ma tante quante sono le nostre interazioni con tutto ciò che ci circonda.
L'illusione più pericolosa consiste proprio nel credere che esista soltanto la nostra percezione esclusiva del mondo, e in questa prospettiva i disturbi mentali sono il risultato di un modo “disfunzionale” di percepire e reagire a quella realtà che noi stessi, con le nostre azioni, ci siamo costruiti. Del resto se all’interno di tale processo cambiano le nostre percezioni e le nostre reazioni, “coerentemente” cambieranno anche le nostre resistenze. Lo stesso Albert Einstein grazie ai suoi importanti studi sulla fisica giunse al convincimento che: “Ciò che vediamo dipende sempre dalle teorie che utilizziamo per interpretare le nostre osservazioni”.
Pertanto, condurre ad esperire, mediante stratagemmi e raffinate forme di suggestione (nuove percezioni della realtà) arresterà quel sistema circolare che rende persistente il problema e produrrà al contempo un concreto cambiamento nella sfera comportamentale, cognitiva ed affettiva di ognuno di noi. La storia clinica del paziente diventa in questo modo un mezzo strategico per risolvere il problema analizzando "come" quel dato sistema umano abbia costruito il problema e persista nel mantenerlo e, in conseguenza, "come" determinare e applicare strategie di intervento capaci di produrre rapidi e risolutivi cambiamenti in tale sistema.
La ri-soluzione strategica in tempi brevi dei problemi individuali, di coppia e di famiglia è applicabile anche a contesti interpersonali più ampi, e non solo clinici, come quelli sociali, educativi e aziendali. Le origini della terapia strategica risalgono alla teoria della comunicazione nata in campo antropologico con Gregory Bateson, agli sviluppi costruttivisti della epistemologia cibernetica (Heinz von Foerster, Ernst von Glasersfeld) e agli studi sull'ipnosi e sulla suggestione di Milton Erickson. Si deve poi a Paul Watzlawick e al Mental Research Institute di Palo Alto l'opera di approfondimento e sistematizzazione dei principi teorico-applicativi della comunicazione nei suoi aspetti pragmatici e terapeutici.
Appare dunque lapalissiano, come, da un punto di vista strategico, nel cercare di cambiare una situazione problematica non sia strettamente necessario svelarne le cause originarie (aspetto sui cui, peraltro, non si avrebbe più alcuna possibilità di intervento), quanto piuttosto lavorare sulle modalità con cui questo si mantiene nel presente, grazie alla ridondante ripetizione delle tentate soluzioni adottate. Motivo per cui il terapeuta strategico si focalizza fin dal principio sul presente piuttosto che sul passato, su come funziona il problema, piuttosto che sul perché esista, sulla ricerca delle soluzioni piuttosto che delle cause.
L’integrazione delle componenti della comunicazione strategica con quelle della comunicazione più spontanea, quella del linguaggio del corpo e del non verbale, e pertanto meno ingannevole ai fini della comprensione del problema, arricchiscono ulteriormente il ventaglio delle possibilità di intervento della TERAPIA BREVE AD APPROCCIO STRATEGICO INTEGRATO Integrato per lo sblocco in tempi brevi della ciclicità disfunzionale su cui si erigono la maggior parte dei problemi umani. Nella comunicazione umana spesso i gesti, le espressioni del volto, i toni di voce contraddicono quanto viene affermato con le parole. Per cui, in molti casi di disagio psichico, i messaggi non verbali della persona contraddicono quelli verbali, cosa peraltro comune in un contesto nuovo e sconosciuto come il setting terapeutico, in cui è facile avvertire inizialmente la difficoltà di esprimere apertamente la propria sofferenza. Il disagio viene allora veicolato con espressioni del volto (solitamente micro-espressioni facciali (FACS), gesti di rassegnazione o di tensione muscolare, occhi al cielo o sgranati e impauriti, toni di voce, ecc. Indicatori posturali ed emblemi gestuali possono comparire sia negli adulti che nei bambini e negli adolescenti, che se riconosciuti ed interpretati prontamente possono svelare eventi, idee, sentimenti latenti e persino bugie, omissioni o dissimulazioni (quest'ultime molto frequenti nelle terapie familiari durante l'incontro con tutti i membri della famiglia del "paziente designato"), determinanti ai fini dell'efficacia e, soprattutto, dell'efficienza dell'intervento terapeutico breve.
Di fatto, non esistendo determinate condizioni che senza eccezioni conducano a determinati effetti, l’efficacia dell’intervento strategico integrato risiede nella sua natura prevalentemente attiva e interattiva, nonché prescrittiva, che emerge sin dalla prima seduta e si focalizza sulle modalità comunicative con cui la persona porta e presenta il suo problema. E' l'irrigidirsi e il ripetersi delle modalità interattive nelle relazioni tra soggetti, o tra il soggetto e se stesso, che conduce all'insorgere di patologie, in quanto effetto di complicate interazioni e non di semplici precondizioni. Pertanto condividere e contemporaneamente guidare e condurre la persona ad abbandonare la posizione originaria rigida e disfunzionale (che si esprimeva nelle tentate soluzioni e nell’espressione delle emozioni guida) per abbracciare una prospettiva più elastica e funzionale, che consenta maggiori possibilità di scelta, è l'obiettivo in tempi brevi della TERAPIA BREVE AD APPROCCIO STRATEGICO INTEGRATO.
Un percorso terapeutico breve, che si occupa da una parte di eliminare i sintomi o i comportamenti disfunzionali per i quali la persona è venuta in terapia, dall'altra, di produrre il cambiamento delle modalità attraverso cui questa costruisce la propria realtà personale e interpersonale per viverla e non più subirla.
Centro CFS Roma.
Centro di Clinica e Formazione Strategica.

Il CFS CENTRO DI CLINICA E FORMAZIONE STRATEGICA di Roma nasce dall'idea e dalla lunga esperienza multidisciplinare di professionisti medici, psicologi, psicoterapeuti e sociologi, nell'ambito dell'attività clinica e di formazione ad approccio strategico, maturata nel quotidiano rapporto diretto con i disagi psicologici e la malattia mentale da un lato e le dinamiche organizzative conflittuali all'interno di strutture pubbliche e private dall'altro.
Il lavoro in equipe, frutto di una costante integrazione di competenze professionali e capacità individuali differenti e complementari, ha consentito lo sviluppo di un modello evoluto d'intervento terapeutico che, grazie all'ausilio di efficaci tecniche e manovre strategiche, consente di sbloccare e risolvere in tempi brevi complicati problemi umani di natura psicologica.
Il CFS CENTRO DI CLINICA E FORMAZIONE STRATEGICA di Roma sorge nel cuore della capitale, in zona Prati, in via Carlo Mirabello n° 18, e resta facile da raggiungere sia per chi è solito muoversi con i propri mezzi , sia per chi preferisce utilizzare i mezzi pubblici come la metropolitana (Metro A Ottaviano), o ancor di più per chi proviene da altre regioni e città italiane.
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